Imola, jammin' festival, sabato scorso.
il viaggio in treno, le prime classi declassate a seconde, la gente che affolla i corridoi imprecando, noi che invece siamo -relativamente- comodamente seduti, l'immancabile tokio, gli attacci di starnuti.
imola, i chilometri tortuosi per arrivare a destinazione, luca sardella in effige, le perquisizioni, lo zirtec salvifico, la pianificazione delle birre ogni due ore e mezza, le piadine che sembrano kebab, il sole caldissimo, i the calling che sono un po' (tanto) tamarri visti distrattamente, il camioncino colmo di gelati che si doveva svaligiare, la ricerca della birra a quattro euro che nel frattempo era stata corretta a quattro e mezzo (novemilalire!!), i palchi minuscoli fuori con gruppi di dubbia provenienza che si esibiscono, quello che saltano tra le palline, quelli che vanno sul simulatore di skate, quelli che corrono sotto il sole o che giocano a tennis.
e gli starsailor che non abbiamo proprio visto né sentito, il coso-mixer altissimo, i bagni chimici con coda infinita.
poi iniziano davvero I concerti: piggei col vestito giallo e le scarpe fuxia, il tecnico che ripara il maxischermo a destra a migliaia e migliaia di millimetri dal suolo, down by the water (bigfishlittlefish...), stare in spalletta (anzi, tenere in spalletta).
il tale con la bandiera finlandese, il furgone del transilvania con relativo pipistrellone disegnato.
le persone col bandana dell'heineken dal gusto orrido, i delta v di cui mi sono ricordato ora (perché citati sulla bandana, appunto) che avevano già iniziato quando siamo arrivati, qualcuno era lì per loro? mah, forse.
quelli con i freesbee (az), quelli con i bonghi (azz), quelli con le lattine di birra (come avranno passato la security?), lo spruzzino d'acqua.
i pixies, i pixies, i pixies, i pixies. la felicità. frank black che vince a mani basse la sfida di cicciosità con robert smith, e comunque anche kim deal riesce a battere robert smith. u-mass (it's educational!). troppo. i pacchetti d'acqua lanciati e riversati sulle schiene, i palloncioni verdi che però erano lontani, rock me joe! e joe roccheggia. e davvero già mancavano nel momento in cui hanno smesso.
di nuovo coda ai posti di rifornimento cibo e beveraggi, le corsette qua e là, le persone che si ritrovano, il sosia di robert smith, ben harper che si pensa stia suonando nel frattempo (noi vediamo solo gli ultimi 7 secondi circa, da lontanissimo. con tanta gente che alza le mani. boh.)
i cure. robert, robert, ma sei dimagrito? o forse il maxischermo inganna. just like heaven (c'è frase migliore? alle volte no.), la stanchezza che inizia a farsi sentire, gli ultimi pezzi un po' pacco. i bis, per fortuna: play for today, a forest. again and again and again and again.
la gente che scorre fuori, i rimasugli di angurie sul prato, la gente che scorre fuori, la gente che scorre fuori, anche noi usciamo. il corso d'acqua appena fuori l'autodromo, i giardini delle villette che sembrano molto ospitali per trascorrerci la notte, la piccola pizzeria d'asporto vicino alla stazione che è l'unica ad aver capito tutto e fa pagare qualsiasi cosa un euro, presa d'assalto. il prato vicino (ancora più vicino) alla stazione, dove ci adagiamo. il calore, l'umidità che sale, il vento che infastidisce, le ossicine che scricchiolano, il freddo, l'erba appiccicata ai vestiti. dentro la stazione, quelli che russano, quelli addormentati, il pavimento che non è morbido per niente.
il tempo che passa, ma piano piano piano. il cielo che ridiventa più chiaro.
il treno delle 5.55.
il sonno (era ora).
la stazione centrale. il metrò. cadorna. i saluti. a milano pioviggina. a tradate piove. tiz ha solo la maglietta sanguinolenta dei suicide e i jeans ormai sporchissimi e i dadi e un chewing gum residuo. la macchina che fatica un po' a ripartire. poi a casa. finalmente un morbido cuscino dove appoggiare la testa. è sempre bello. poi arriva la nostalgia, inevitabile. nonostante la stanchezza. i pensieri.
yawn.
"bisogna rivedere i pixies"
yawn.
"ieri a quest'ora..."
yawn.
"ooogiisùùù domani devo dare la tesi"
...
vabè alla fine sono anche "laureato in informatica". che culo!
quiet-tiz, ore 19:02