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13   agosto
Diario di un Fibber - secondo e terzo giorno
Martedì e Mercoledì 2 e 3 agosto

Le giornate scorrono via per lo più dormendo, anzi, cercando di dormire, dato che di notte c'è sempre qualche vicino di tenda che parla/urla/ascolta musica, e comunque anche di giorno è difficile trovare un luogo tranquillo. Si va alla ricerca di un posto fresco, tipo i giardinetti vicino alla spiaggia, o quelli davanti al supermarket. Fa decisamente caldo: in qualsiasi momento puoi metterti una mano sotto la maglietta e la tiri fuori bagnata, ma il secco e la continua brezza che viene dal mare non te lo fanno pesare troppo. Il sole però picchia, e chi più chi meno ci prendiamo qualche scottatura (oddio, ho la pancia viola!!).
Il campeggio è diventato una giungla: nemmeno il vialetto davanti alla nostra tenda si è salvato, ormai tra una tenda e l'altra ci saranno massimo 10 centimetri... se vuoi entrare devi farti il percorso ad ostacoli.
Di giorno oltre a dormicchiare si cammina, perchè il campeggio, il centro ed il mare non sono vicinissimi. Il paesino è carino, con una via principale ben curata, con tanti bar e negozietti, poi c'è il lungomare con le palme le aiuole e le panchine.
La spiaggia è bellissima: lunga, sabbia fine, scende lentamente come quelle dell'adriatico, ma l'acqua ha l'aria di esser molto più pulita. A volte intravedi anche dei pesciolini, se c'è poca gente e guardi bene.
Di notte si fa festa, sul tardi però, perchè qui si pranza alle 15 e si cena a mezzanotte.
In paese c'è una piazzetta completamente circondata da locali, tutti ad ingresso (ed uscita) liberi, ognuno col suo genere di musica (buona, per lo più). Puoi vagare da uno all'altro per cercare la canzone che ti piace, oppure restare in quello che ti aggrada di più, ed è pieno di bella gente.
Ma anche se resti in campeggio ti puoi divertire, basta camminare tra le tende e trovi: una festa di compleanno; gente che armeggia con un barile di birra, un tubo e un imbuto; uno che suona il bongo, che viene presto affiancato da un altro, a cui si aggiungono campane, tamburelli vari, la gente arriva da tutte le parti, tutti ballano, arriva un mare di gente. Succede così, tutto accade spontaneamente. Ogni scusa è buona per conoscersi, la lingua non è un vero ostacolo, anzi, può essere una scusa, un modo di avviare un discorso.
Mi siedo su un muretto e poco dopo degli spagnoli arrivano a spiegarmi che da loro nei week-end si beve calimocho, me lo fanno assaggiare... è Coca Cola mista a vino, e stranamente mi pare buona, ma qualsiasi cosa alcoolica pare buona dopo un litro di birra (rigorosamente a 5 euro).
h3, ore 16:52