Si trattava essenzialmente di costruire in altezza, per me. utilizzando esclusivamente mattoncini di un solo colore. li conservavo tutti divisi, in diverse scatole di scarpe. raramente c'erano porte o finestre nelle costruzioni che innalzavo. l'esile torre gialla, più alta quanto lo fossi io, oscillava al minimo spostamento che avvertiva intorno a lei. quella rossa, più bassa e robusta, era solida - pensavo. quelle quattro guglie nere, che si fondevano in cima formando un piano, potevano essere una palafitta, lucida e futuristica. a volte alternavo i colori nei diversi strati. rosso e bianco. grigio e blu. giallo e nero (la mia combinazione preferita, allora). alla fine simulavo terremoti, dove la terra ero io. o attacchi alieni. dove gli alieni ero io.
quiet-tiz, ore 12:20